Tieniti forte perchè se ami il design, quì siamo di fronte ad un genio e questa lampada, così semplice ed umile, in realtà racconta una storia divertente e straordinariamente smart. Magari vi racconterò qualcosa di più su di lui che è una fonte inesauribile di inspirazione e sperimentazione, ma per oggi facciamo parlare al posto suo una delle sue opere, appunto, la lampada Falkland. Disegnata nel 1964 per Danese, Falkland ha un aspetto semplice, elegante e fuori dal tempo. Leggera anche nel peso, è stata pensata in tre lunghezze, sia nella versione sospesa che da terra. Creativa ma razionale, fuori dagli schemi dell’epoca. Il progetto era e rimane super innovativo, ed il prodotto leggero, essenziale e con un movimento plastico e flessibile che filtra la luce in modo morbidissimo. Sai perchè innovativo? Prima di tutto a livello formale: prima di quegli anni nessuno aveva mai disegnato una lampada in tessuto in quel modo; il paralume e la struttura rimanevano ben distinti, metre in questa bellissima sospensione, c’è una “caduta di tessuto” quasi ondeggiante, rotonda e leggera, che è, la lampada stessa. L’ispirazione infatti Munari la prese dalle lampade giapponesi in carta di riso, che voleva però rendere più durevoli e meno costose. E non indovineresti mai dove riesce a trovare la soluzione perfetta…te lo dico io: in una fabbrica di calze da donna. La cosa fortissima e davvero geniale, è che la forma dell’oggetto non è data dal disegno, perchè il designer non poteva sapere esattamente come e quanto sarebbe stato il raggio di curvatura del tessuto sugli anelli, ed è la forza di gravità stessa a determinarne in pratica la forma, in base al peso del metallo. Questo aspetto così spontaneo rende questo oggetto una sorpresa nell’esercizio di genialità del progettista ancora oggi. “Un giorno sono andato in una fabbrica di calze per vedere se mi potevano fare una lampada. Noi non facciamo lampade, mi risposero. E io: vedrete che le farete” B. Munari. Non ci crederai, ma questa lampada bellissima è composta solo da degli anelli di metallo inseriti a distanze variabili dentro un tubo di filanca, come un’enorma calza larghissima, prodotta in quelle specifiche dimensioni che sorreggano gli anelli. La cosa fortissima e davvero geniale, è che la forma dell’oggetto non è data dal disegno, perchè il designer non poteva sapere esattamente come e quanto sarebbe stato il raggio di curvatura del tessuto sugli anelli, ed è la forza di gravità stessa a determinarne in pratica la forma, in base al peso del metallo. Questo aspetto così spontaneo rende questo oggetto una sorpresa nell’esercizio di genialità del progettista ancora oggi. E poi seguimi in quest’altra meraviglia: secondo te, una volta appiattito il tubo su stesso ed imballato, quanto potrà essere grande la confezione? Piccolissima. Munari è riuscito a rendere questa lampada un capolavoro anche nel packaging, riducendo ulteriormente i costi di distribuzione!
Alcuni ci vedono una canna di bambù, altri le nasse dei pescatori. Infatti Falkland, è proprio il nome di un isola di pescatori nelle Maldive, a cui in questo modo Munari rende omaggio per l’ispirazione. Capisci cosa intendo quando dico che la storia del design è così avvincente? :P Comments are closed.
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Aprile 2023
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