Capitano anche a te quei momenti di intensa rivalutazione? Quelli dove senti la necessità di cambiare qualcosa? A me capita piuttosto spesso, le chiamo "fasi di aggiornamento". Di solito mi taglio i capelli (fatto), sposto o sostituisco qualcosa in casa (fatto), faccio una mini trasferta o viaggio (ovviamente non fatto). La cosa in più che voglio fare questa volta è cambiare qualcosa anche nel mio modo di comunicarmi. Così ho deciso di tornare ad usare l'espressione "Abitarsi", una parola che mi ha fatto compagnia dal 2013 al 2015, quando ho iniziato ad essere presente sui social e con un sito mio. Abitarsi è il primo nome con cui mi sono comunicata al mondo quando ancora ero un po' costretta a chiamare il mio progetto “olistico” per potermi presentare come qualcuno che non si occupa di abitare in maniera canonica. Adesso credo che i tempi siano cambiati, che non ci sia bisogno di aggiungere un sostantivo che specifichi e imbrigli: occuparsi della bellezza, dell'armonia di una casa e di come ci si sentono dentro i suoi abitanti è in effetti olistico, ma non è più qualcosa di straordinario. Non è più straordinario parlare di sensibilità, di igiene energetica, di benessere emotivo, di teoria del colore e di rimedi naturali di riequilibrio abbinati alla decorazione d'interni. Invece di seguire soltanto un desiderio estetico si può andare un pochino più a fondo e progettare un nuovo allestimento basato su qualcosa di autenticamente reale, vissuto, sentito. Quando abiti la casa come te stesso, come un secondo corpo più grande, ti accorgi inevitabilmente che ti somiglia, che c’è la tua essenza e quella di chi la condivide con te, un luogo che può sostenerti nei tuoi momenti di cambiamento, nel celebrare la bellezza della creatività, di uno stile autentico, di comodità ed accoglienza, anche se è una casa "di passaggio", anche se non è scritto da nessuna parte che è tua, anche se la vivi solo in parte. Non importa, è lo spazio dove passi molto del tuo tempo, molta della tua intimità. Il mio compito qui è di aiutarti a rendere la tua casa sempre più simile alle tue aspirazioni, valori, desideri, talenti. Da persona altamente sensibile è proprio quello che ho iniziato a fare su di me e sulle case che ho abitato da sempre, ho accumulato esperienza e studio, ed è da li che sono arrivate le soddisfazioni più grandi. E quindi come si fa ad abitarsi? Partendo dall'ascolto ed accostando agli strumenti progettuali piccole pratiche e rimedi naturali che derivano dalla naturopatia, dal feng shui, dalla mindfulness e dalla tradizione. E così, tutto il resto segue questa logica di sensibilità, ascolto e bellezza: la scelta di una palette colore, della decorazione, dei tessuti, l’elaborazione di uno stile personale, la scelta e l'abbinamento dei complementi, dell'illuminazione, di un armonia. Tutto si rifà alla bellezza, al piacere dello stare bene, un approccio mindful, un approccio gentile. Casa è dove ti senti accolt*. Questa è la frase che ho scelto per rappresentare e condividere la mia filosofia in questo ritorno all’essenziale, al semplice di abitarsi. Nell'espressione "abitarsi" c'è il mio "perchè", che se ci pensi è anche un invito a tenerlo sempre a mente, sempre presente, sempre aggiornato. Io continuo ad esserci, ad essere presente con i servizi che offro che sono tutti volti a questo, ad aiutarti a rendere la tua casa accogliente davvero andando dritta al punto, seguirti mentre ti prendi cura di lei offrendoti strumenti semplici, trucchi del mestiere e un pò di leggerezza.
Come portare la filosofia hygge a casa, in questo momento dove la viviamo e la abitiamo con tanta intensità? Una "tuffo semantico" nell'immaginario dipinto da questo termine danese può esserci utile a trasformare le nostre case in veri e propri gesti d'affetto per noi stessi, di self-care, come dicono gli americani. Hygge è un termine danese non facilmente traducibile che individua un sentimento-sensazione, quello che provi quando ti senti in un luogo che ti mette a tuo agio, al sicuro mentre magari fuori c'è un tempo da lupi. Quando sorseggi una bevanda calda di fronte allo scoppiettio del caminetto o delle candele, magari mentre leggi un libro con una coperta a scaldarti le ginocchia. Hygge è insieme un sentimento, una filosofia slow-living ed uno stile allo stesso tempo. Forse nasce in Danimarca proprio per il piacere che si può provare a stare in interno quando fuori il clima è tanto inospitale? Non lo so, ma nel mio immaginario è così. Oggi ti voglio raccontare di come creare un atmosfera hygge, che è un termine difficile da pronunciare ma tanto semplice da mettere in pratica. Sì perchè la cosa bella di hygge è che non c'è solo l'estetica super cozy ma anche tutta una serie di azioni che puoi mettere in pratica per vivere la casa come una coccola. Ne ho selezionate tre, super testate da me, che condivido con te. 1 - Abbassa le luci e accendi il fuoco. Non importa se non hai il caminetto, delle candele andranno benissimo. Profumate o no non importa, ma in quesi mesi freddi il profumo degli agrumi, della cannella, della vaniglia e della rosa sono il top. Fai così: siedi sul tuo divano o poltrona preferita e osserva lo spazio intorno a te; dove è portata la tua attenzione? Scegli un paio di focus vicini a te, dove tu possa arrivare a sentire anche il calore emanato dal fuoco, ed organizza in un numero dispari candele diverse in un vassoio; quelle lunghe e cilindriche in un candelabro, quelle nei bicchieri di vetro e le tea light, divertiti a comporre con cura qualcosa che ti appaghi anche alla vista, magari insieme a qualche elemento naturale come una ghirlanda di ghiande, dei rami secchi o un pot pourri. Sai perchè in numero dispari? Perchè rompere la simmetria crea un effetto più interessante e ti risulterà più facile mettere in relazione forme diverse. Prova! Per finire, una o due ghirlande luminose dietro il divano o sopra una mensola completeranno l'atmosfera. Mi raccomando però, i led vanno benissimo purchè non intermittenti; nella penombra sarebbero una tortura per gli occhi! 2. Go cozy. Tempo fa ho fatto un esperimento: ho riciclato tutti i vecchi maglioni che non mettevo più e ne ho fatto una coperta per le mie sere d'inverno sul divano. Non ti invito a fare lo stesso esperimento ( i miei risultati sono stati un pò dubbi) ma semmai a pensare al tuo divano e poltrone come qualcosa che puoi vestire di morbidezza e calore, proprio come utilizzi gli abiti. Abbonda in tessuti, cuscini, plaid. Sovrapponendo tappeti puoi ottenere effetti molto interessanti e coprire superfici ampie senza spendere una fortuna. La tecnica di sovrapporre tappeti la puoi trovare su pinterest cercando "rug layering", ho aperto una bacheca tutta dedicata ai tappeti, la trovi quì. 3. Una casa pronta all'ozio! Una delle cose più hygge che c'è, è una chiacchierata random in calzini di lana e tisana fumante. Uno dei modi infatti in cui è possibile tradurre hygge potrebbe essere "intimità", con tutta la comodità ed il calore che evoca questa parola. Una chiacchierata senza nessuna meta, un pò vagabonda, un pò oziosa, per il puro piacere di stare insieme con semplicità. Questi non sono tempi semplici ma nell'attesa di poterci nuovamente riunire possiamo interpretare la filosofia hygge come un atto di self-care; oziare solo un pochino, preparare un angolo della casa con molta cura solo e soltanto per un ora di puro e caldo ozio. Vuoi un pò di ispirazione hygge? Puoi trovarla nelle migliaia di immagini sulle mie bacheche Pinterest che curo quotidianamente. Ne ho aperta una dedicata proprio a queste atmosfere, clicca quì per dare un occhiata! Nei casi più felici è una scelta, ma in questo momento è per molti qualcosa di necessario e le nostre case non erano preparate ad accogliere questo cambiamento. Succede che puoi perdere la concentrazione, che non riesci a ritagliarti un orario di inizio e fine come quando lavoravi fuori casa, e quotidianità e professione si sovrappongano portandoti il lavoro a tavola o in poltrona quando invece avresti bisogno di staccare. E’ del tutto normale, esiste un tempo di adattamento alle novità, che siano gradevoli o meno. E’ inevitabile che le nostre case cambino, si creano spazi e utilizzi nuovi, tempi diversi, ed in questa full immersion nell’ambiente domestico, ormai lo abbiamo compreso bene, la nostra attenzione si posa sulla casa in maniera diversa. Io lavoro da casa per scelta ma la questione non è poi così diversa, è comunque evidente il bisogno di essere comoda, raccolta, concentrata e rilassata. Mi sono chiesta come le nostre case possano diventare più accoglienti e versatili rispetto a questa ondata di cambiamento, e la risposta migliore è nelle cose più semplici, soprattutto in questo caso serve di agire sui nostri spazi in maniera gentile ma veloce, definendo lo spazio e aiutandoci a scandire un tempo, possibilmente senza fare nuovi acquisti o intraprendere grandi lavori. Quindi, come possiamo agire per renderci più comodo il lavoro da casa? Definisci con la luce lo spazio che dedichi alla tua attività. Se non hai una stanza dedicata ma stai magari utilizzando il tavolo della cucina o una piccola scrivania nella tua camera da letto, puoi utilizzare l’illuminazione per definire quello spazio e quel tempo. Quando sei sotto la luce di una lampada non solo faciliti i tuoi occhi a rilassarsi ma immediatamente si definisce uno spazio circoscritto e raccolto che crea un area e la differenzia in qualche modo dal resto della stanza. Utilizza una lampada che puoi spostare; da scrivania, da tavolo o da terra, che definisce il tuo spazio-lavoro. Organizza la scrivania solo per il tempo necessario. Si, ti sto chiedendo in pratica di “apparecchiare e sparecchiare” proprio come quando pranzi, solo organizzando il tuo spazio per il lavoro. In ufficio hai il pc, un portamatite, un quaderno e un calendario? Bene, non farteli mancare nemmeno sulla tua postazione casalinga. Se lavori dal tavolo di cucina puoi utilizzare una scatola dove riporre tutto quello che ti serve a fine giornata. Questo ti aiuta a definire e scandire sia lo spazio che il tempo da dedicare al lavoro ed a mantenere l’ordine, ed alla sera riappropriarti di un ambiente distensivo che non associ al lavoro. Scegli un olio essenziale da diffondere. Gli olii essenziali ci aiutano nella concentrazione e danno una sensazione di benessere e cura che è davvero un portento per il tono dell’umore. Il profumo e le proprietà benefiche degli oli essenziali, insieme al quel senso di coccola e confort della luce del fuoco di una piccola tealight possono trovare posto accanto a te sulla scrivania ed aiutarti anche a scandire il tempo; una candelina tealight infatti rimane accesa per circa 3 o 4 ore. Come scegliere l’olio essenziale più adatto a te? Semplice! Con il naso! Quello che ci evoca e come ci fa sentire un profumo è qualcosa di estremamente soggettivo, se in casa ci sono bambini piccoli però i migliori sono la lavanda ed il mandarino dolce. Fai spazio agli oggetti che ami. Il declutter serve sempre, dedicati qualche minuto ogni giorno per togliere almeno dalla vista ciò che non è essenziale, fa che sul tuo piano di lavoro ci sia davvero solo ciò che ti serve, e che gli oggetti che ti utilizzi siano i migliori che hai. In ufficio magari non puoi portare gli oggetti che più ami ma sulla tua scrivania ma a casa si, quindi non farti mancare quel portapenne di cui ti sei innamorata, la tua tazza e il tuo cuscino preferiti, quella candela profumata, e magari in palette con il tuo colore preferito! A casa puoi! Sentiti libera di esprimerti e ispirarti attraverso ciò che ti piace. Una cosa che ho fatto e che per me funziona è tenere sul tavolo da cui lavoro un collage di immagini che rappresentano visivamente (ed emotivamente) i miei obbiettivi di questo 2020 che volge quasi al termine. Potresti fare lo stesso semplicemente stampando delle immagini che ti danno ispirazione e rinforzino la tua motivazione.
Divani, poltrone e letti si possono davvero rinnovare con dettagli così piccoli e semplici? Si, se scegli in base ad una palette cromatica, uno stile e dei tessuti in armonia tra loro. Vediamo insieme tre elementi da unire e i criteri in base a cui progettare il tessile per rinnovare velocemente uno dei tuoi ambienti e senza spendere una fortuna. 1 - Usa i cuscini.
2 - Soffici plaid.
3 - La decorazione in macramè.
Quando organizzi questi tre elementi tessili avrai bisogno di una linea da seguire, una sorta di bussola progettuale che ti guidi nella scelta e nell'allestimento.
La prima cosa da fare è individuare lo stile e il linguaggio con cui il tuo ambiente si esprime già attraverso gli arredi; si tratta di un ambiente contemporaneo? Ha elementi vintage? Rimani coerente allo stile del tuo ambiente per scegliere pattern e fantasie, ispirati con questa bacheca per trovare nuovi abbinamenti. Una volta compreso lo stile puoi passare a decidere una palette cromatica. Osserva i colori predominanti nella stanza e stabilisci un massimo di 3 colori vicini, con le stesse tonalità, più un colore di "rottura", come vedi nella prima immagine in alto. Pochi giorni fa ci ha lasciati un grande designer dei nostri tempi che ha in qualche modo lasciato una traccia nella mia vita, Enzo Mari. Questo avvenimento mi ha fatto sentire il desiderio di raccogliere le idee e fare come un punto delle cose più importanti che mi sono state letteralmente regalate dai designers che non ho mai conosciuto personalmente, ma che sono stati per me di grande ispirazione e possono esserlo anche per te. Pensandoci mi rendo conto che ciò che ne ho tratto non è qualcosa di specifico sulla progettazione e il design ma qualcosa di più universale che queste personalità trasmettono tutt’oggi: un atteggiamento alla creatività ed al modo di osservare le cose. Ho deciso di scegliere 4 tra i miei designers preferiti di sempre e 4 loro citazioni per me significative. Spero ti sia d’inspirazione :) Pronti? Enzo Mari – 1932 – 2020 “Nel 1974 pensai che se le persone si fossero esercitate a costruire con le proprie mani un tavolo, per esempio, avrebbero potuto capirne meglio le ragioni fondanti.” Grande designer italiano attivo dagli anni 60 fino al 2020, Mari è stato per me come un nonno un po' severo che col suo pensiero imbronciato mi ricordava che dovevo tenere i piedi per terra. Terra infatti è una parola a cui mi fa pensare il suo lavoro; sempre concentrato sui problemi alla base delle cose, sempre orientato a riportare un senso che fosse pratico agli oggetti, alle produzioni, e sempre tenendo unito il buon senso, la praticità e la dimensione umana di tutti i processi, soprattutto quelli di produzione e fruizione. Mi ha insegnato a: tenere i piedi per terra ( o almeno provare!) Bruno Munari. 1907 – 1998 “Quando qualcuno dice: questo lo so fare anch'io, vuol dire che lo sa rifare altrimenti lo avrebbe già fatto prima” La cosa che più mi ha arricchita dell’opera di questo grande designer e artista è il suo atteggiamento razionale ma giocoso. Nei suoi libri è spiegato, sempre con leggerezza, che la creatività è un processo logico, che le buone idee che ti vengono possono essere schematizzate per poter riprodurre quel processo creativo tutte le volte che si presenta un problema da risolvere. Mi ha insegnato a: Osservare e procedere per logica, senza scordarmi di giocare. Charles Eames – 1907 – 1978 “Take your pleasure seriously” E’ il mio preferito in assoluto, mi accompagna da sempre. Designer californiano anni 50 ci metteva davvero il cuore. Erano due i cuori a dire il vero, il suo, e quello super artistico della sua compagna di vita, Ray. Nei loro prodotti si percepisce ancora in maniera vivissima l’entusiasmo che si respirava in quegli anni e una cura dei particolari che si potrebbe dire addirittura affettuosa. E’ infatti il grande calore umano e la gentilezza delle forme scelte, il modo che avevano di raccontarsi attraverso il disegno di un oggetto che rende i loro lavori senza tempo. Mi ha insegnato a: scegliere di fare ciò che amo così da poterci mettere il cuore. William Morris - 1834 - 1896 “Non avere nella tua casa nulla che tu non sappia utile, o che tu non creda bello.” Con lui andiamo agli albori del disegno industriale, addirittura all’arte applicata, nell’Inghilterra di metà 800. Le sue opere di arte decorativa lasciano senza fiato per la bellezza e la grazia che suscitano. Il suo lavoro è stato infatti di grande ispirazione (a volte anche suo malgrado) per tutti i movimenti artistici e di architettura e design degli anni a seguire, pensa che tutt’oggi le sue carte da parati sono tra le più richieste e apprezzate. La cosa più bella è che tutta la sua produzione sembra indicarti instancabilmente dove andarle a cercare: nella natura! Mi ha insegnato a: dare alla bellezza e alla decorazione l’importanza che merita. Affascina anche te il mondo del design e della decorazione? Come darti torto!
E' proprio quello di cui ho deciso di occuparmi, iscriviti alla newsletter se vuoi essere aggiornat* su quello che faccio, ma prima guarda cosa ti regalo con l'iscrizione. Ogni volta che mi trovo a parlare di bellezza con qualcuno mi sento come in dovere di spiegare che per me, la bellezza non è qualcosa di superficiale ma un profondo nutrimento. In realtà se mi guardo intorno conosco moltissime persone per cui la bellezza non è qualcosa di affatto superficiale, specialmente quando si parla di bellezza di un ambiente, di una casa e ancor di più in questo periodo storico di confinamento, di post quarantena e smart working. ![]() Una casa bella, o qualsiasi altro luogo interno non è necessariamente un ambiente ricco, pieno di cose ricercate o di arredi ed oggetti di alto valore economico, nient’affatto, la bellezza sta nella cura, nell’autenticità, la bellezza di un luogo sta, non mi stancherò mai di scriverlo, in quanto bene ti accoglie e ti fa sentire. E’ un po' come si dice delle persone, “una persona curata” è una persona che ha cura di se, si vuole bene, e questo concetto si può tranquillamente declinare anche sull’ambiente in cui questa persona vive o lavora. La immagino bella la casa di una persona che si vuole bene, oppure che sta imparando a volersi bene. Bella perché alla sera c’è la possibilità di modulare la luce in base al proprio livello di stanchezza, perché sul divano è adagiata una coperta in inverno, o perché le tende sono state scelte in base al proprio senso del piacere tattile. Bella perché si tiene ad accogliere un ospite in un buon profumo di olio essenziale e perché a tavola ti apparecchi con una tovaglia di un colore che crea un armonia con il resto dei colori della stanza, oppure una camera dove al mattino hai rifatto il letto con tanti cuscini pensando a quanto ti farà piacere ritrovare quel letto comodo e bello alla sera. Abbiamo bisogno di bellezza perché non è una cosa superficiale, è cura di se e degli altri, sono gesti d’affetto, accoglienza, di riconoscenza alla vita al pari della cura della propria salute fisica o emotiva, e poco importa se per me è bello il rosa e il velluto e per te è bello il nero e l’acciaio, la cosa importante è ascoltarsi e trovare il proprio, bello, il proprio punto di piacevolezza, di coccola, di riconoscimento. Come si trova il proprio senso di bellezza? E' una cosa semplice, spontanea, ma occorre farsi alcune domande ed osservarsi con curiosità; qual è l’ultima volta che qualcosa ti ha fatto esclamare “che bello!” , oppure “secondo me è bellissimo”? Non solo, puoi ispirarti e raccogliere foto di interni in cui immagini di sentirti bene; riviste di settore o il super versatile Pinterest. Io personalmente ho una cartella dove raccolgo il mio concetto di bellezza (la board si chiama Abitarsi, mi trovi come @silvia_homeslover) ed è piena di ispirazione e luoghi che mi fanno sognare, sospirare. Cos’è per te bellezza? Come e dove trovi ispirazione? E’ stato annunciato come la vera tendenza di stile decor per il 2020 e sono sicura che lo rivedremo anche nelle prossime stagioni. Il motivo di tanto successo dello stile Japandi è che si propone come un estetica fuori dal tempo, elegante, lineare, e che tiene come punto fermo pulizia e silenzio senza dare un’impressione di freddezza. Si chiama Japandi perché è la bellissima fusione dello stile giapponese e di quello scandinavo. Che cosa hanno in comune queste due estetiche? Una grande profondità, ricerca nel sentire e nell’emozionalità dei luoghi, come nella connessione con la natura, l’autenticità e la lentezza. Il concetto di hygge (ne parlo meglio nei prossimi articoli) è ciò che sta “sotto” l’inconfondibile sensazione di semplicità e accoglienza che si riconosce subito nello stile scandinavo. L’estetica e la filosofia wabisabi invece fanno da fondamento allo stile giapponese, che vede nell’autenticità dell’imperfezione una grande fonte di significato e nutrimento. Entrambe gli stili quindi “poggiano” su radici concettuali e di esperienza emozionale, la ricetta perfetta per uno stile che promette di non temere il tempo. Come si riconosce lo stile japandi?
Il ritmo non è serrato, nel japandi si da molta importanza al vuoto e la capacità che ha di portare ad uno stato di rilassamento, alla praticità e creatività.
Dove ispirarti Se ti piace la semplicità e le cose autentiche che durano nel tempo, se per te la sostenibilità è un valore e ti piacciono le forme espressive eleganti potresti sentirti molto a tuo agio in un’ambiente ispirato alla fusione di questi due stili, che oltre a rispondere ad un estetica sottintendono uno stile di pensiero ed uno stile di vita. Lento, delicato, forte. Prendi ispirazione dalla board su Pinterest che ho dedicato interamente allo stile japandi, la trovi quì. Puoi trovare molte idee per accostare questi due stili ed allenarti a riconoscerli. Se osservi bene vedrai che questo stile non ha niente di troppo definito e rigido, si riconosce molto bene ascoltando le sensazioni che ti da; calma, introversione, chiarezza, ampiezza e un senso stabilità molto piacevoli. Tu che ne dici? Hai dato un occhiata alle immagini? Che sensazioni ti da lo stile japandi?
Non so a te, ma a me è capitato di frequente di non sentirmi a mio agio pressochè in tutte le case che ho abitato. Poteva essere un periodo di transizione o qualcosa di più duraturo come una condizione, ma la mia sensibilità non mi ha mai permesso di stare a lungo nel disagio senza cercare una soluzione; sono una di quelle persone che ha bisogno di sentirsi a casa, al sicuro. Anche in una casa “improvvisata” mi sono sentita a mio agio e viceversa mi è capitato di sentirmi fuori posto in luoghi finemente arredati. Quindi che ho fatto? Mi sono ascoltata cercando di capire i motivi e la relazione con l’ambiente. Quando la questione è così intimamente personale e non legata soltanto ad una questione di stile, l’ascolto è sempre efficace, l’ho sperimentato su di me e con le persone con cui nel tempo ho lavorato. Il passo successivo è stato semplicemente adattare lo spazio e me senza che io continuassi ad adattarmi a lui, facendo un pò di sano ripulisti e lavorando sul colore e su stimoli sensoriali ed emozionali per me positivi. Se anche a te è capitato di non sentirti a tuo agio a casa tua, sappi che i motivi ci sono e ci sono anche le soluzioni. Ho scelto tre tra i motivi-condizione che nella mia esperienza sono i più frequenti quando si prova disagio in relazione all’ambiente domestico, e per ognuno ti indico un incipit da cui partire per trasformare la tua esperienza da uffa a evviva! La presenza assenza. Ci abiti ma non ci sei veramente. Ci sono molte cose non tue, o che tu non senti tue. Magari perché ce le hai trovate, oppure convivi ma si vede poco la tua “impronta”. Insomma, vivi in una casa con energia di altri, manca della tua cura e del tuo calore. Prova così: La prima cosa è un “declutter rispettoso”, nel senso che richiede una certa mediazione se si tratta di oggetti e cose che non appartengono direttamente a te. Ma sono abbastanza sicura che tra queste ce ne siano molte che non servono più o sono praticamente dimenticate. Facendo spazio avrai la possibilità di emergere un po' di più, sembra una banalità ma credimi non lo è. La presenza-assenza ti parla di una mancanza di cura, per cui può giovarti compiere dei piccoli riti quotidiani di piacere, come accenderti delle candele profumate e degli incensi che ti piacciano. Questo prenderti cura quotidiano ti farà progressivamente venire voglia di interessarti a lei, di vedere di lei (la tua casa) cose che alla luce del fuoco appaiono diverse. In questa fase puoi aprire delle cartelle su pinterest raccogliendo cose che ti piacciono e che vorresti intorno a te; una lista dei desideri intanto, che strada facendo ti aiuterà a cambiare qualcosa davvero. I grandi cambiamenti Magari proprio dopo la quarantena i tuoi equilibri hanno fatto un click o qualsiasi altro cambiamento importante è avvenuto nella tua sfera emotiva o nelle abitudini e non ti riconosci più in una casa che è rimasta indietro rispetto a te. Prova così: Il declutter è sempre il primo passo. Regala o smaltisci cose e oggetti che non ti servono, che non usi, che non ti piacciono. Quando esci per comprare qualcosa per te, acquista anche qualcosa per la casa, adesso che hai fatto spazio. Non ti sto consigliando di affidarti allo shopping ma di regalarti delle cose che ti diano gioia e rispecchino chi sei adesso, i cambiamenti che hai fatto, o che ti facilitino la vita in questa nuova fase. Una cosa che ho fatto io e che ha funzionato anche per alcune persone con cui ho lavorato è stata mettere in cornice delle frasi motivazionali, di ispirazione o delle citazioni importanti per te. Scegli quelle che quando le leggi senti che la tua energia cresce, testale bene e scegli le migliori. Io lo faccio spesso ed aggiorno a seconda di cosa ho bisogno, l’ultima? “done is better than perfect”! Non c'è spazio per le coccole Lavori molto, la sera arrivi stanca/o e non trovi il benvenuto, non trovi quella comodità che potrebbe invece distenderti e ricaricarti, il relax è un momento frettoloso, quasi furtivo. Questo è il caso di chi ha poco tempo per se, con uno stile di vita piuttosto stressante o molte responsabilità Prova così: Penso sia una delle cose di cui scrivo più spesso: una casa ricca di tessuti è una casa coccolosa. E’ così, non si scappa. Poi ogniuno ha il proprio stile preferito e non è per niente necessario riempire la casa di cuscini, ma sceglierli con grande cura e ascolto si. Ti sto consigliando, in pratica, di scegliere di allestire il tuo divano o poltrona con qualche cuscino, un bel plaid, un poggiapiedi, e di regalarti una luce morbida e calda. A volta è sufficiente cambiare la lampadina e una sensazione di confort arriva inaspettata. Lo stile e il colore sono importanti nel vestire la casa, ma anche la sensazione tattile e il profumo di pulito. Una poltrona soffice, morbida e profumata, con la possibilità di distendere le gambe e abbassare la luce, è un concentrato di endorfine al pari della cioccolata. Se poi ci sorseggi anche una cioccolata è fatta! Ti rivedi in uno di questi profili vero? In quale? Segui queste piccole indicazioni e fammi sapere come va nei commenti. Se pensi di mettere subito in pratica una di queste indicazioni non scordare di scattare foto per confrontare il prima con il dopo! Se ti piace il risultato mandami le tue foto a questo indirizzo, sarò felice di pubblicarle sui miei canali ;) Puoi iniziare scaricando la guida gratuita Abitarsi, è un pdf pieno di piccoli rituali di benessere e crescita da fare in casa, secondo natura.
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